Come oggi la produzione di musica latino americana incide sull’economia di Cuba
Contrariamente agli anni 70’, 80’ e 90’, oggi la musica latino americana prodotta tra i confini di Cuba, viene regolamentata da un ente promozionale per le esportazioni, venendo infine inserita come prodotto di esportazione all’interno di un contenitore apposito:
Quello inerente all’arte ed agli oggetti da collezione.
Tutto questo avviene proprio come se si trattasse in egual misura di: cinema, arte visiva o artigianato.
L’esportazione di album di artisti famosi è un ottimo mezzo di monetizzazione per le casse statali, tuttavia la musica ballabile cubana come la salsa, la timba o il son, arricchisce lo Stato non solo per mezzo della vendita dei suoi preziosi dischi al di fuori dell’Isola.
Oltre alla semplice vendita estera di queste opere d’arte, contese tra molti collezionisti di musica, infatti, esistono altre forme di introito.
Ad esempio quando un artista o un gruppo di artisti cubani, lavorano per una etichetta discografica estera, ma in territorio cubano, l’etichetta dovrà essere regolamentata dallo Stato tramite il versamento di diverse somme.
Stessa cosa per quanto riguarda le licenze di opere archiviate presso le etichette discografiche estere.
Oppure i molteplici introiti di copyright e diritti vari, provenienti sempre dagli Stati stranieri.
Le varie percentuali scucite alle etichette di territorio (sempre statali), dagli artisti in loco, incluse le svariate tasse che occorrono per compiere i vari viaggi di lavoro.
Altre forme particolari di tassazioni derivanti sempre dagli artisti, ma questa volta che risiedono all’estero, per essere in regola, un musicista cubano che viaggia molto e che vive all’estero, dovrebbe sempre e comunque riconoscere qualcosa sotto forma di tasse, al suo Paese, così come accade, in maniera maggiore, per la tassazione evidente dei musicisti che risiedono in Patria per lavoro.
Oltre alle varie forme di tassazione, esistono persino organizzazioni ed associazioni culturali (e politiche) che si occupano di chiedere “volontariamente” denaro sotto forma di beneficenza o come supporto, agli stessi artisti cubani.
Infine anche il turismo fa la sua parte, generando grazie al potente strumento della musica e del ballo latino americano, un forte richiamo, che si trasforma tutto in guadagno per lo Stato.
Tutti i profondi mutamenti economici e finanziari, subiti a Cuba nel periodo dopo il 1993 soprattutto nel settore dell’intrattenimento ed artistico, incoraggeranno tutti gli artisti:
Musicisti ma anche i ballerini di folklore (salsa, afro, son, rumba) e danzatori professionisti di danza accademiche (di balletto classico o di danza contemporanea, i quali devono ora lavorare (guadagnando fortunatamente più rispetto a prima), ma inseguendo mansioni stagionali, importare nel Paese di origine nuova valuta superiore lavorando nei siti di turismo o in Paesi stranieri, riducendoli il più delle volte ad emigrare consapevolmente, per cause di forza maggiori.
Grazie a questa nuova corrente di importazione artistica, moltissimi danzatori e musicisti iniziano a viaggiare, accumulando rispetto alle loro abitudini lavorative, ingenti somme di denaro.
Alcuni gruppi di salsa e timba, o di musica ballabile popolare latino americana, iniziano ad essere talmente richiesti dagli organizzatori stranieri, che per mesi lavoreranno imperterriti nei loro tour mondiali al di fuori di Cuba e dell’America Latina.
Verso il 1998 sono circa 3000 i musicisti che si prodigano a viaggiare lavorando al di fuori dei confini cubani, nel 1999, con un solo anno di distanza, saranno circa 6000.